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L'attualità di Robert Mundell

Poco più di una settimana fa, a Villa Colomba nei pressi di Siena, dove viveva da anni, è morto Robert Mundell (1932-2021), economista canadese, Premio Nobel dell’Economia nel 1999. Mundell era stato un Fullbright Professor al Bologna Center della Johns Hopkins University, ora denominato School for Advance of International Studies–Europe, oltre che professore all’Università di Chicago e alla Colombia University di New York. Teorico della moneta unica, è stato maestro di alcuni tra i diplomatici italiani che hanno contribuito al negoziato per la unione monetaria europea, come l’ambasciatore Antonio Venturini. Amava l’Italia. Ha sposato una poetessa di origini italiane e da trent’anni faceva la spola tra New York e Villa Colomba. Negli ultimi anni viveva soprattutto in Italia.

È stato un grande teorico dell’economia e il suo lavoro è di grande attualità.

Se il Governo giallo-rosso avesse ricordato quello che viene studiato come il «teorema Mundell-Fleming» e la «teoria della area valutaria ottimale», non avrebbe perso sei mesi a discutere su cosa è la Recovery and Resilience Facility del Next Generation EU. Il «teorema Mundell-Fleming» dimostra come sia impossibile il «trilemma» di libero movimento dei capitali, controllo della politica monetaria e cambio fisso. Occorre rinunciare ad uno dei tre punti. La «teoria dell’aria valutaria ottimale» dimostra che se non c’è libero movimento dei capitali e soprattutto dei lavoratori una unione monetaria non solo non è un’area «ottimale» ma soprattutto alla lunga non regge, tranne che non ci siano trasferimenti che riducano la necessità di movimenti dei lavoratori.

La Recovery and Resilience Facility del Next Generation EU non è né una graziosa concessione all’Italia né un atto di carità dato che il Belpaese è stato tanto severamente colpito dalla pandemia, ma uno strumento essenziale per fare reggere l’unione monetaria. Compreso questo, la discussione si sarebbe concentrata sul modo più efficiente e più efficace di preparare ed attuare il Piano nazionale di rilancio e resilienza (Pnrr).

I tempi per approntare la versione del Pnrr da inviare a Bruxelles come base per l’accesso alla Facility sono strettissimi: appena due settimane. Ci saranno però due mesi di interlocuzione con la Commissione europea per migliorare il Pnrr e le regole per la sua attuazione (ad esempio, in materia di dimensioni medie dei progetti e di numero di stazioni appaltanti), nonché la precisazione delle riforme strutturali. In modo che contribuisca effettivamente all’unione monetaria. Nell’interesse di tutti.


Bagehot


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