Qualche giorno fa abbiamo parlato su Il Commento Politico di un decreto all’esame del Senato nel quale era contenuta una misura che, nelle intenzioni proclamate all’atto della sua approvazione in Consiglio dei Ministri, avrebbe risolto definitivamente l’annoso problema dell’ingresso delle navi da crociera nella Laguna di Venezia. Facevamo osservare che, come talvolta capita nella farraginosa produzione legislativa italiana, il testo del decreto non corrispondeva all’intenzione proclamata, perché esso rischiava invece di legittimare per un tempo indefinito l'ingresso delle grandi navi in Laguna.
Proporre un bando di idee su come togliere dalla Laguna le grandi navi e nel frattempo lasciarle entrare non è un’idea nuova. Era stata avanzata e approvata in un decreto proposto dal ministro Passera nel 2013. Il decreto aveva prodotto alcuni progetti esaminati dalla Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale. Uno di questi, con il Parere positivo di VIA, è ancora in attesa di essere esaminato dal CIPE. E intanto le navi hanno continuato ad entrare nella Laguna. In questa situazione, riproporre la strada del Bando di idee mentre non è ancora concluso il procedimento precedente significa infilare una strada piena di ostacoli. Potrebbero esservi impugnazioni del bando stesso e comunque il tempo per arrivare a una conclusione, visto il precedente del 2013, rischierebbe di essere di parecchi anni. Insomma, almeno fino alla fine degli anni venti, le navi escluse dalla Laguna potrebbero continuare tranquillamente a navigarvi.
Nel frattempo c'è stato l’incidente del canale di Suez che dovrebbe allarmare sulla possibilità che qualche malfunzionamento degli strumenti di bordo, o un colpo di vento, o non sappiamo cosa altro, possa creare un danno terrificante a Venezia. Vogliamo aspettare di vedere una grande nave poggiata su piazza San Marco, come la Costa Concordia era poggiata davanti all’isola del Giglio?
Vi erano alcuni emendamenti proposti al Senato che avrebbero potuto migliorare il testo e ci auguravamo che il governo li facesse propri. Non lo ha fatto. Il testo è stato approvato com’era e così è andato alla Camera dove, noi prevediamo, verrà approvato tal quale con l’argomento che una modifica comporterebbe un ritorno al Senato per l’approvazione definitiva. Ma questa è l’obiezione che si fa quando non si vogliono modificare le cose, perché un terzo passaggio al Senato richiederebbe un tempo minimo del tutto compatibile con i tempi di conversione del decreto-legge.
Bisogna che i ministri più interessati alla questione intervengano subito e si facciano sentire, prima che ricominci il traffico delle navi da crociera pronte a riprendere il mare non appena la pandemia lo consentirà.
Ci sono tre ministri che hanno competenza sul problema: il ministro Franceschini che ha proposto di risolvere la questione escludendo le grandi navi dalla Laguna, il ministro Cingolani che ha la responsabilità della tutela dell’ambiente (e che ha già convenuto che il decreto numero 45 non è adatto allo scopo) e il ministro Giovannini che ha portato nel suo ministero una consapevolezza ambientale prima assente.
Ci sono questioni simbolo: problemi specifici che hanno, tuttavia, un significato molto generale. Venezia e la sua tutela è sicuramente una di queste questioni su cui da sempre si concentra un’attenzione internazionale. Pensiamo che sia venuto il momento di agire presto ed efficacemente.
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