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Le periferie, da non-luogo a opportunità


Roma ha un’estensione territoriale importante: è una delle capitali europee più grandi. La sua dimensione, la diversità sociale di zone e municipi è assai rilevante e si è accentuata con il passare del tempo, anziché affievolirsi. La condizione delle periferie è nota per il degrado e l’abbandono in cui versano molti spazi, spesso ridotti a luoghi, o non-luoghi, di solitudine e grave sconforto per i cittadini che li abitano. Manca da troppi anni, da parte delle amministrazioni comunali, una pianificazione mirata al rilancio del territorio; servono iniziative politiche che sappiano restituire vivibilità e socialità a quei quartieri.

In questo periodo di emergenza Covid, i cittadini delle periferie, costretti a limitare il pendolarismo verso la città, hanno messo in campo interessanti iniziative, sperimentando così la funzione sociale e territoriale delle loro zone.

Occorre adesso perseguire un progetto di riorganizzazione nella distribuzione dei servizi amministrativi, che valorizzi al meglio una più razionale utilizzazione delle risorse e degli spazi pubblici, recuperando vaste zone abbandonate, allestendo luoghi di socialità, cultura, formazione, lavoro, studio, commercio, arte e cultura, sport. Ci sono importanti realtà che potrebbero essere oggetto di specifici e mirati progetti di riqualificazione urbana. Si costruirebbe, così, un nuovo rapporto tra periferie e centro.

Anche in città ci sono molte zone abbandonate, aree come la ex fabbrica della penicillina sulla Tiburtina, la ex Fiera di Roma e lo Stadio Flaminio, oltre alle caserme in disuso nel quartiere Prati. Ognuna di queste realtà potrebbe essere oggetto di una proposta di palingenesi che le veda reinserite nel contesto urbano. Restituiamo luoghi, quartieri, risorse a chi potrà usarli.

Le elezioni comunali sono ormai prossime, chi riceverà la responsabilità di governare la città dovrà avere una visione nuova e guardare ad una città proiettata nel futuro ma legata ad un imponente patrimonio storico e artistico da valorizzare. Certo, occorre competenza ed amore per il bene comune. Si chiama politica.

Torneremo, con altri articoli, sulla condizione delle periferie e sulla necessità di un’azione politica ragionata e costante per renderle finalmente parte integrante e produttiva della città di Roma.


Mauro Cascio


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