Desta la nostra ammirazione la capacità di questo governo di prendere schiaffi dichiarando che si tratti invece di manifestazioni di caldo apprezzamento per le loro scelte. L’ultimo esempio viene dalla sentenza della Corte Costituzionale sull’autonomia regionale. L’on. Meloni e i suoi ministri avrebbero potuto affermare, come è avvenuto in materia di immigrazione, che i magistrati costituzionali ce l’hanno con loro e sono politicamente motivati a sentenziare contro le decisioni del governo votato dal popolo. In questo caso, invece, hanno scelto un’altra strada, per la verità altrettanto grottesca: hanno dichiarato che la Consulta ha pienamente convalidato le loro scelte rifiutando la bocciatura dell’intera normativa e limitandosi a individuare “solo” sette violazioni della normativa costituzionale. Ora, constatare che una normativa che si compone di 11 articoli contiene “solo” sette violazioni della Costituzione non ci sembra possa giustificare la soddisfazione espressa dalla presidente del Consiglio e dai suoi ministri. Si tratta, piuttosto, di una condanna da parte della Corte Costituzionale che non ha precedenti per estensione e che imporrà una drastica riscrittura del testo.
Su un quotidiano abbiamo letto questa mattina che il governo si prepara a fare un decreto; naturalmente noi speriamo che si tratti di un errore di informazione da parte di questo autorevole giornale e che il governo non pensi minimamente a emanare un provvedimento con carattere di straordinaria necessità e urgenza, come è, secondo la Costituzione, per i decreti legge. È del tutto evidente che la devoluzione di poteri alle Regioni non presenta alcun carattere di necessità o di urgenza, è una materia su cui se vuole il governo può intervenire, ma con legge ordinaria, riflettendo bene su che cosa scrivere visto che la Corte Costituzionale ha mosso così tanti rilievi, e dando al Parlamento il tempo necessario per legiferare bene. Noi non ci dimentichiamo che la fretta con cui è stata improntata questa normativa è stata dovuta alla volontà del governo di arrivare alle elezioni europee dicendo che il cantiere delle riforme costituzionali era ben avviato, che il primo capitolo dell’autonomia differenziata era ormai completo e che il secondo e il terzo, premierato e riforma della giustizia, avrebbero fatto seguito a questo primo e straordinario risultato in tempi accelerati. È vero, invece, che della riforma presidenziale, così cara all’on. Meloni, da settimane non si sente più parlare, né ci sembra che sulla giustizia le idee siano chiare. Il nostro suggerimento al governo è, se proprio vogliono insistere, di mettersi umilmente a lavoro sulla riforma delle autonomie cercando di non fare altri guai. Noi resteremo fermamente contrari e, se ci sarà un referendum, voteremo contro. Ma per lo meno ci auguriamo che questa meritata bocciatura della Consulta li induca a non aggredire la Costituzione con le loro misure improvvisate.
15 novembre 2024
E' lafine dl mio articiki su Agenda Geopolitic di novemre.
Se i principali Stati membri dell’Unione lasceranno un criminale di guerra come Putin vincere in Ucraina, il precedente avrà conseguenze devastanti. L’Europa è avvertita e il nuovo Presidente americano darebbe inizio al suo mandato registrando un’altra sconfitta americana.
Da Marco A. Patriarca