L’annosa questione dei rifiuti a Roma, che periodicamente si ripresenta in maniera drammatica, è storia che contrasta con l’immagine di Roma, capitale d’Italia e città unica al mondo.
Parlare di rifiuti è argomento di facile e diffuso approccio, ma ci si chiede come mai tanto se ne parla e poco si faccia per tornare a una città rispettosa dell’ambiente, bella ma che sia anche pulita e che, inserita nel contesto delle così dette economie circolari, possa valorizzare al meglio la propria unicità architettonica, artistica, paesaggistica, naturalistica, culturale e storica.
Certo, affrontare un tema così scottante può voler dire andare contro interessi costituiti, ma è necessario impegnarsi guardando al futuro e alle nuove generazioni.
Pensare al così detto “ciclo integrato dei rifiuti” comporta non solo sostenibili scelte tecniche ma anche la consapevolezza di guardare al futuro con coscienza e responsabilità.
Le scelte da fare sono importanti ed impattano direttamente sui territori e sulle vite dei cittadini, ma anche “le non scelte” che le contrapposizioni politiche, l’immobilismo amministrativo e la burocrazia hanno favorito, stanno costando caro a tutti i cittadini romani, sia in termini economici che di vivibilità e decoro della città.
Roma spende ogni anno ingenti risorse per portare i rifiuti fuori regione, i cittadini pagano la Tari più alta d’Italia e ormai insopportabili sono i costi derivanti dall’accumulo dei rifiuti intorno ai cassonetti, in termini di sversamenti, di inquinamento ambientale e insalubrità.
Da anni si parla di interventi necessari sul sistema della raccolta dei rifiuti, sugli impianti di trattamento e su sistemi che possano portare un alleggerimento dell’onere gravante sui cittadini per il disagio sia ambientale che economico.
La dimensione territoriale di Roma richiede molti interventi, ma soprattutto un ripensamento nella gestione amministrativa e nella riassegnazione delle attività svolte dall’Ama. Una soluzione potrebbe essere quella di pensare ad Ama come un main contractor che sovrintende e coordina le attività di raccolta, di gestione e trattamento dei rifiuti ma che si avvale, per l’espletamento di tali compiti, di aziende autonome dislocate nei diversi municipi di Roma. Una soluzione che potrebbe favorire una migliore gestione della filiera rifiuti, in ragione della maggior conoscenza dei territori che le amministrazioni municipali hanno, razionalizzando gli interventi e rendendoli più rispondenti alle reali necessità delle varie zone della città. La competizione per l’aggiudicazione dei servizi territoriali favorirebbe, inoltre, migliori condizioni di efficienza, incidendo positivamente sulla qualità delle prestazioni e sulla riduzione dei costi per i cittadini.
Si tratta di un tema cui ben potrebbe accompagnarsi l’occasione propizia costituita dai fondi del Next Generation Eu e del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze viene illustrato cos’è: “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è lo strumento per cogliere la grande occasione del Next Generation EU e rendere l’Italia un Paese più equo, verde e inclusivo, con un’economia più competitiva, dinamica e innovativa. Un insieme di azioni e interventi disegnati per superare l’impatto economico e sociale della pandemia e costruire un’Italia nuova, intervenendo sui suoi nodi strutturali e dotandola degli strumenti necessari per affrontare le sfide ambientali, tecnologiche e sociali del nostro tempo e del futuro.
Con questi obiettivi, l’Italia adotta una strategia complessiva che mobilita oltre 300 miliardi di euro, il cui fulcro è rappresentato dagli oltre 210 miliardi delle risorse del programma Next Generation Ue, integrate dai fondi stanziati con la programmazione di bilancio 2021-2026. Un ampio e ambizioso pacchetto di investimenti e riforme in grado di liberare il potenziale di crescita della nostra economia, generare una forte ripresa dell’occupazione, migliorare la qualità del lavoro e dei servizi ai cittadini e la coesione territoriale e favorire la transizione ecologica.”
Ci avviciniamo all’appuntamento amministrativo delle prossime elezioni per il Sindaco di Roma che si terranno ad ottobre. Le forze politiche più avvertite possono già da ora rappresentare al governo le più stringenti necessità della città affinché esse siano prese in considerazione quando alla fine di giugno sarà definitivamente approvato il Piano italiano per il Recovery. Ma ciò non basta. E’ indispensabile che i prossimi decisori politici siano scelti tra coloro che sappiano assumere decisioni coraggiose e tali da sottrarre il destino di Roma all’immobilismo e alla faziosità.
Michele Polini
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