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Coronavirus, non abbassare la guardia

La fine del lock down sembra essere stato interpretato da molti cittadini, ma anche da molti amministratori, come una sorta di “tana libera tutti”. Questo atteggiamento rischia di essere estremamente pericoloso e di riportarci molto rapidamente, e senza che si sia ancora fatto nulla per risolvere le criticità emerse in questi mesi a carico del nostro servizio sanitario (Nazionale? Regionale? Misto?), ai tempi peggiori della pandemia. Il virus continua a girare, a dispetto di quella che sembra una diffusa percezione, e se messo nelle condizioni adeguate è pronto a colpire con rapida e micidiale precisione. Il ritorno delle infezioni a Pechino, che hanno costretto le autorità, a dispetto di riferiti numeri poco significativi, a chiudere numerosi e popolosissimi quartieri, l’esplosione di infezioni, oltre mille, in pochissimi giorni nel mattatoio del Nord Reno Westfalia, che ha imposto la quarantena per tutti i lavoratori e dirigenti dell’azienda e dei loro familiari, ne sono la testimonianza più lampante e drammatica.

I dati epidemiologici del 20 giugno hanno denunciato a Roma quattro casi importati, oltre ai quindici autoctoni. Provengono da Brasile, Egitto, Piemonte e Lombardia. Speriamo siano partiti tutti i tracciamenti. Invariato il trend lombardo.

Questi peggioramenti improvvisi dei dati sul contagio dimostrano che non si può abbassare la guardia e che si corre in concreto il rischio di scordarsi una fase 3 e di una progressiva normalizzazione.

Ma ciò che davvero allarma è la irresponsabile risposta di larghi strati della popolazione e di alcuni amministratori agli allentamenti delle misure che ci hanno, non senza sofferenza, accompagnati nei primi mesi dell’anno. Immagini come quelle dei festeggiamenti napoletani dopo la vittoria in Coppa Italia, ma ancora di più gli assembramenti della rinnovata movida un po’ dovunque, per finire con la totale follia di Piazza Santa Croce a Firenze dove una moltitudine di figli dei social, scettici dichiarati sulla pandemia, sull’uso delle mascherine e sulle frequenze 5G si sono, giustamente dal loro punto di vista, accalcati gli uni agli altri riempiendo tutta l’area della piazza e creando una possibile galassia (altro che cluster), di ripartenza dell’infezione in città. Le autorità sapevano? Se sapevano, hanno dato l’autorizzazione? Se non hanno dato l’autorizzazione, perché non hanno bloccato sul nascere la follia? Non si è trattato di un flash mob di quattro giovanotti un po’ esaltati, ma di un assembramento mostruoso che non penso fosse stato convocato all’improvviso. Certo, di fronte a immagini di questo genere, lamentarsi se i governi stranieri mostrano una qualche prudenza nel consigliare ai propri concittadini di visitare l’Italia, che anche di turismo campa, sembra quantomeno patetico.

Il virus ha mostrato di agire con serietà ed efficienza. Datagli una possibilità, infetta con velocità e ferocia. Di fronte a misure corrette, il virus si è a sua volta mostrato corretto e ha cominciato a togliere il disturbo. Ma, se mentre è ancora in circolazione, sebbene con le ultime retroguardie stagionali, gli si aprono di nuovo le autostrade del contagio, non può che tornare a fare il suo lavoro e colpire duro.

Prof. Cesare Greco

P.A. Cardiologia

La Sapienza - Roma

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