L’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) è istituzione poco conosciuta al di fuori delle aule parlamentari e degli “addetti ai lavori”, ma molto importante per la definizione ed attuazione delle politiche pubbliche.
È stato costituito nel 2014 in base alla legge 243/2012, sull'attuazione del principio del pareggio di bilancio, inserito in Costituzione nel 2012 (legge costituzionale 1/2012), come richiesto dalle regole dell’unione monetaria sulla finanza pubblica per la crescita e la stabilità. In precedenza era stato raccomandato dalla direttiva 2011/85/UE. In effetti, in tutti gli Stati dell’unione monetaria esiste un UPB e, a livello europeo, un European Fiscal Board, creato nel 2015 dalla Commissione Europea come organo indipendente per consigliare l’Esecutivo dell’UE in materia di politica di bilancio.
La caratteristica dell’UPB, e degli organismi analoghi istituiti negli altri Paesi dell’unione monetaria, nonché dell’European Fiscal Council, è l’indipendenza e l’autorevolezza scientifica e professionale dei suoi componenti. Per questo motivo, è stata scelta una procedura particolare per la nomina del Consiglio dell’UPB (tre componenti, che si avvalgono di uno staff qualificato di esperti) ed una permanenza in carica (sei anni) che scavalca la durata di una legislatura. Il Consiglio è composto da tre persone, nominate dai presidenti della Camera e del Senato scegliendo da una rosa di dieci candidati votati dalle commissioni Bilancio di Senato e di Camera con una maggioranza dei due terzi. Proprio l’indipendenza e l’autorevolezza dell’organo lo rendono particolarmente adatto a supportare il Parlamento nelle funzioni attinenti il Pnrr. Nella proposta formulata a suo tempo dalla Fondazione Ugo La Malfa (FULM) sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il Parlamento avrebbe potuto esercitare un ruolo di controllo proprio attraverso un organo simile all’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB).
Il primo presidente è Giuseppe Pisauro, nominato nel 2014 assieme ai consiglieri Chiara Goretti e Alberto Zanardi. Tutti specialisti di scienza delle finanze. Tuttavia, il primo Consiglio dell’UPB è in prorogatio da circa un anno e mezzo. E da una decina di giorni è anche monco perché Chiara Goretti è stata nominata coordinatrice della Segreteria Tecnica per il Pnrr presso la Presidenza del Consiglio.
Cosa impedisce le nomine di un nuovo Consiglio dell’UPB? La procedura – come si è delineato – è puramente nelle mani del Parlamento, come d’uopo per un organo di alta consulenza e supporto a Camera e Senato. In questo anno e mezzo, sono giunte sollecitazioni dall’Unione europea (Ue) e più di recente anche dalla Presidenza del Consiglio. Tuttavia, sta alle Commissioni parlamentari definire, con una maggioranza di due terzi, l’elenco di dieci nomi autorevoli tra cui i Presidenti di Camera e Senato scelgono i tre componenti del Consiglio.
Anche nel 2013-14 la procedura fu lunga, pure perché si scelse la strada di un interpello pubblico come primo passo per individuare una platea di candidati sulla cui base le Commissioni parlamentari scelsero i dieci nomi da presentare ai Presidenti di Camera e Senato. Allora non fu difficile individuare un consenso bipartisan prima sui dieci nomi e successivamente anche sui tre prescelti. Non era forse ancora chiaro il peso che il Consiglio dell’UPB avrebbe avuto nella politica di bilancio; da alcuni anni, il parere e la “validazione” dell’UPB su scelte pubbliche di rilievo è atteso dalla opinione pubblica e dalla stampa e partiti e movimenti puntano ad assicurarsi persone di loro fiducia nei posti chiave dell’UPB, in particolare in quello di Presidente. Quando è scaduto l’attuale Consiglio è stata fatta circolare in Parlamento la voce che trattandosi di un “organo di garanzia”, la Presidenza sarebbe spettata ad un “tecnico” sì ma vicino all’opposizione (si era ai tempi del Governo giallo-rosso).
È circolato il nome di Enrico Zanetti, che è stato deputato della XVII Legislatura e Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo Renzi, ma è difficile considerarlo un tecnico puro.
Più di recente, al nome di Zanetti, è stato contrapposto quello di Massimo Bordignon della Università Cattolica di Milano. È un esperto di scienza delle finanze ed è componente dell’European Fiscal Board, da cui si dimetterebbe ove fosse nominato all’UPB.
Ma le nomine non sono ancora all’orizzonte e i ritardi continuano.
Bagehot
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