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L'attuazione del Pnrr

Questa settimana, o in una presentazione al Parlamento il 22 dicembre o in occasione della conferenza stampa di fine anno, il 23 dicembre, ci si augura di avere un quadro organico sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Allo stato, vi è una gran messe di informazioni, ma non un quadro sistematico. Intanto bisogna specificare cosa si debba intendere con grado di attuazione. Il Pnrr è essenzialmente un programma che poggia su due gambe: le riforme e gli investimenti. I secondi hanno l’obiettivo di agevolare le prime. Le riforme richiedono essenzialmente atti legislativi e conseguenti realizzazioni. Gli investimenti comportano definizione di progetti compiuti e ben valutati sotto il profilo tecnico, finanziario ed economico ed, ovviamente, spese effettive per la loro realizzazione.

Sarebbe auspicabile che il Governo si dotasse di un rapporto su quanto è stato fatto e quale è, a fine del 2021, il programma di ciò che resta da fare. Peraltro, entro il 28 dicembre deve essere inviata alla Commissione europea la documentazione (tra cui un rapporto sintetico - ma completo - per la richiesta di pagamento della prima rata da 24,1miliardi (i 24,9 miliardi ricevuti il 13 agosto erano un prefinanziamento).

Infatti, un rapporto semestrale conciso ma esauriente deve essere presentato ogni sei mesi all’Unione europea (Ue) per sbloccare le rate dei finanziamenti. Tale rapporto potrebbe essere inviato al Parlamento o più semplicemente pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, i due organi che raccolgono le informazioni dalle numerosissime amministrazioni coinvolte, sia centrali dello Stato, sia Regioni, sia Comuni.

Non mancano informazioni sul Pnrr. Ad esempio, si sa che lunedì 20 dicembre sono iniziati i corsi di formazione per i professionisti ed esperti assunti a tempo determinato dalla pubblica amministrazione per supportare nella progettazione e nel monitoraggio degli investimenti previsti nel Programma: in seguito a procedure di selezione snelle, ne sono stati selezionati mille, di cui una parte ha rinunciato all’incarico prima di firmare il contratto. Ora si sta ragionando se scegliere nelle graduatorie o fare una seconda selezione. Quindi, anche se alla notizia dell’arrivo di professionisti ed esperti non è stata data eco sulla stampa, il fatto che questi siano in aula per corsi di formazione mirati al Pnrr è segno eloquente che qualcosa si muove.

Informative sul Pnrr vengono, inoltre, prodotte dal servizio studi della Camera dei Deputati e del Senato. Si tratta di documenti utili. Sono, però, essenzialmente radiografie della situazione normativa (leggi e soprattutto decreti sull’attuazione) di grande ausilio all’azione legislativa del Parlamento ma che non forniscono un quadro completo di quale progresso si sta facendo con le riforme e con gli investimenti previsti nel Pnrr. L’ultimo, in ordine di tempo, di questi dossier riguarda le Disposizioni urgenti per l’attuazione del PNRR e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose, argomento senza dubbio importante, ma che attiene essenzialmente alla conversione in legge di un decreto legge su uno dei tanti aspetti del Pnrr, e non di quelli che possono essere centrali alla realizzazione del Programma. Ci sono informative parziali; ad esempio, dal Ministero del Turismo si fa sapere che si è alla ripulitura del testo del programma del Fondo nazionale per il turismo e dell’hub sul turismo digitale, ed il Centro Economia Digitale costituito da un consorzio di università per collaborare con il Ministro per l’innovazione ha appena pubblicato un documento intitolato Next Generation Italia Execution. Proposte operative per l'implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La Fondazione Open Polis, inoltre, pubblica quasi ogni mese statistiche su aspetti dell’attuazione del Pnrr. Dati utili, ma insufficienti per avere un’idea di come il Pnrr sta procedendo. Il documento più completo è stato pubblicato in questi giorni dalla Ragioneria Generale dello Stato. Si intitola La risposta delle istituzioni europee alla pandemia di Covis-19. Il programma NGEU e i Piani nazionali. Nelle circa 90 pagine a stampa fitta vi è un’utile analisi ed una ricca messe di dati; tuttavia, non contiene una disanima del progresso nell’attuazione del Pnrr. Nei corridoi della pubblica amministrazione si mormora che la funzione di coordinamento sia divisa tra troppe strutture, tra Presidenza del Consiglio e Ministero dell’Economia e delle Finanze. I ritardi nell’informativa sarebbero causati da un fase iniziale necessaria per amalgamare questo strutture.

Si attende, in ogni caso, il rapporto che a fine anno deve andare a Bruxelles. Lo commenteremo. Bagehot

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