top of page

L'inadeguatezza della politica italiana in Europa

Bruxelles - Il Commento Politico del 24 aprile è stato lapidario su “questa globale dimostrazione di irresponsabilità” da parte delle forze politiche italiane nel voto a Strasburgo sul Patto di Stabilità. La maggioranza ha smentito quanto deciso dal governo, l’opposizione del PD e dei centristi ha smentito i propri proclami di europeismo. C’è anche l’aggravante dell’astensione, il voto di chi pensa che una non-decisione, una maldestra volontà di equidistanza, permetta di sottrarsi alle proprie responsabilità con la faciloneria del lavarsi le mani.  

Agli interlocutori che l’Italia ha nelle istituzioni - dai suoi vertici a chi deve analizzare previsioni di spesa e conti, fino ai gruppi politici europei che a differenza delle proprie componenti italiane hanno sostenuto il nuovo Patto - il nostro paese e le nostre forze politiche appaiono per quello che sono: fanno una cosa con la mano destra e un’altra con la sinistra - inaffidabili.

Ma è anche peggio, perché non sfugge a nessuno che questo adoperare linguaggi diversi a seconda delle occasioni è dovuto alla prossimità delle elezioni europee, dove un sostegno al Patto di Stabilità può apparire impopolare a far perdere voti. E allora la domanda, nostra e anche dell’Europa, è cosa pensino gli italiani della necessità della disciplina di bilancio, del contrasto al debito pubblico. Siamo sicuri che anche il paese reale voglia fare finta di niente e ignorare graduali percorsi di rientro e soprattutto di non aumento di questa zavorra lasciata in eredità alle prossime generazioni?

Anagraficamente l’Italia è uno dei paesi più vecchi d’Europa, e anche le nostre politiche sono vecchie e in buona parte per vecchi, per privilegi acquisiti, per corporazioni ormai chiuse, per bisogni obsoleti. Ai giovani la strada si presenta piena di ostacoli – dal mettere su famiglia a entrare in tanti settori che non conoscono la meritocrazia, fino al doversi far carico di un debito colossale e tutto ereditato.

Il Patto di Stabilità è una risposta anche a questo. Tuttavia, in un paese nel quale la nuova generazione è solo una minoranza ed è di fatto del tutto esclusa dalle leve del potere, anche mediatico e politico, non sorprende che il voto di Strasburgo (un voltafaccia agli interessi del paese, più che all’Europa) non abbia provocato una reazione come quella, tanto per fare qualche esempio, della censura a Scurati o del nome della Schlein sul simbolo del PD.

C’è davvero bisogno, come tante volte è stato detto, di una nuova politica in Italia e non solo: di un centrodestra europeo e anche di un’altra sinistra, che sia, nei valori e nei comportamenti, repubblicana ed europea.


29 aprile 2024

 

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page