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La politica economica dell’incertezza

Da circa nove mesi, l’Italia ed il resto del mondo vagano in un oceano caratterizzato da marosi d’incertezza. Per gli economisti, l’incertezza si differisce dal rischio le cui implicazioni possono essere stimate quantitativamente facendo ricorso a metodi più o meno complessi di calcolo delle probabilità quali il «metodo di Montercarlo». L’incertezza, infatti, è un cambiamento totale e non prevedibile di situazione e di quadro economico. L’evento inimmaginabile come la pandemia da corona virus è una forma estrema di incertezza. Questa forma estrema di incertezza ha implicazioni importanti sui comportamenti degli agenti economici, dai singoli individui, alle famiglie, alle imprese alle pubbliche amministrazioni. Chi può tesaurizza e non investe perché non ha idea di dove e come investire. L’indebitamento delle pubbliche amministrazioni cresce a dismisura (in Italia sfiora il 170% del Pil). L’Italia è riuscita a vendere i propri titoli di stato grazie alla solidarietà europea: nel 2020 la Banca centrale europea (Bce) ha acquistato 225 miliardi di obbligazioni del Tesoro. Cresce anche l’indebitamento di imprese, istituti finanziari e famiglie; è già a livelli preoccupanti come hanno sottolineato recenti rapporti sulla stabilità finanziaria della Bce, del Fondo monetario internazionale (Fmi) e del G30, il gruppo di consulenza accademica sulle politiche economiche di cui Mario Draghi è co-Presidente.

Nell’ultimo quarto di secolo, sulla scia del volume fondamentale Investiment under Uncertainty di Avinash Dixit e Robert Pindyck (Princeton University Press, 1994) anche in Italia si è fatta molta strada nel trattare l’incertezza negli investimenti e nelle politiche pubbliche utilizzando il metodo delle «opzioni reali». Sono usciti un paio di volumi importanti di autori italiani. L’Associazione italiana di valutazione ha dedicato all’argomento sia un numero monografico della sua rivista trimestrale sia un libro collettaneo con casi di studio. La materia è stata insegnata per oltre un decennio alla Scuola nazionale d’amministrazione. La metodologia è stata applicata a grandi investimenti come l’alta velocità Torino-Lione e la transizione da televisione analogica a digitale terrestre. Al Ministero dell’economia e delle finanze è stato condotto un lavoro sperimentale di applicazione ad una serie di progetti finanziati dell’Unione europea. Questo bagaglio, se verrà utilizzato, sarà naturalmente di supporto alla valutazione degli investimenti a valere sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Il metodo delle «opzioni reali» più essere di aiuto non solo per l’analisi degli investimenti ma anche per quella di politiche settoriali come la sanità, l’istruzione e simili. Può servire anche a forgiare politica economica. Da un lato, fornisce una chiara indicazione a chi ha responsabilità di Governo: ridurre per quel che si può l’incertezza e senza dubbio non aggiungerne altra all'incertezza già rende complesso il comportamento di individui, famiglie ed imprese. Da un altro, sulla scia del metodo delle «opzioni reali», definire il contenuto di provvedimenti in modo tale che possano essere modificati man mano che si hanno maggiori informazioni, riducendo, quindi, il grado di incertezza.

Occorre chiedersi se la polemica – priva di vero dibattito non tanto scientifico quanto appena professionale - sulle «chiusure» nel periodo tra il Natale e l’Epifania ha accentuato o contenuto, anche se di poco, l’incertezza. C’è la netta sensazione che la bussola sia stata gettata tra i marosi dell’incertezza, varando - dopo tante anticipazioni contraddittorie - all’ultim’ora un decreto legge la cui conversione in norma verrà discussa in Parlamento dopo che i suoi contenuti saranno stati attuati ed i suoi effetti si saranno dispiegati.

C’era un’alternativa? Guardando al panorama europeo se ne trova più di una. L’esempio principale è quello fornito dalla Germania: un programma severo di restrizioni per il periodo delle consuete ferie tra Natale e Capodanno con la chiara indicazione dell’allentamento delle misure non appena le statistiche sui contagi, sull’affluenza negli ospedali, sulle terapie intensive e sui decessi lo consentiranno. Le misure annunciate con un buon anticipo hanno trasmesso l’immagine di un timoniere che sa tenere la barra dritta anche nei marosi dell’incertezza e che è pronto a ritarare le misure man mano che ce ne siano le condizioni.


Bagehot


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