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Vizi privati e pubbliche indignazioni

L’art. 54 della Costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.”

Secondo la Treccani l’onore (in senso ampio) è “la dignità personale in quanto si riflette nella considerazione altrui (il significato coincide con quello di reputazione) e, in senso più positivo, il valore morale, il merito di una persona, non considerato in sé ma in quanto conferisce alla persona stessa il diritto alla stima e al rispetto altrui (con significato equivalente a quello di onorabilità).”

In attesa di conoscere i nomi dei parlamentari che oltre a richiedere il bonus dei 600 Euro lo abbiano pure percepito, non c’è dubbio che a fronte di circa 13.000 euro mensili nette di indennità e rimborsi, più benefit vari, quanti in questione non hanno esercitato le funzioni pubbliche loro affidate con “molto” onore.

E così, pubblicata da la Repubblica, la notizia, abbiamo assistito alla consueta girandola di commenti giustamente negativi da parte dei leader politici e dei mass media, favorita dal pressoché generalizzato “sentiment ” antipolitica. In breve, un efficace spot a favore del SI per il prossimo Referendum sul taglio dei parlamentari, spot che si nutre anche della notizia diffusa, sembra, da INPS secondo la quale ad usufruire del bonus siano stati altri duemila politici fra amministratori, sindaci, consiglieri regionali e provinciali.

Ovviamente da parte di quanti rappresentano i cittadini nelle Istituzioni si richiede giustamente un surplus di senso civico, ben al di là dei doveri richiamati dalla Costituzione, ma siamo sicuri che esista una così profonda distonia di comportamenti fra cittadini e loro rappresentanti, tanto da giustificare il perdurante sentiment antipolitica?

Non sono passate molte settimane da quando si diffuse la notizia dei 375 notai percettori del bonus dei 600 Euro, notai che in media – secondo le informazioni diffuse – raggiungono i 300.000 Euro di redditi. Siamo certi che fra questi 375 non ci sia nessuno che si sia scandalizzato per i cinque parlamentari in questione?

Secondo altre informazioni, poco meno del 30% delle imprese che sono ricorse alla CIG ordinaria ed in deroga per i propri dipendenti durante il lockdown non hanno avuto cali di fatturato giustificabili con tale ricorso e, sempre secondo le notizie apparse sui media, gli stessi dipendenti cassaintegrati sono stati occupati nei propri posti di lavoro in nero. Siamo certi che gli uni (i dipendenti cassintegrati e occupati in nero) e gli altri (i titolari delle stesse imprese) si siano astenuti dal vituperare i cinque parlamentari?

Quanti percettori di reddito non tassato alla fonte, in virtù della facilità di evasione ed elusione fiscale, possono esibire ISEE in grado di avere accesso a tante facilitazioni in termini di servizi sociali ma anche di bonus?

In un Paese come l’Italia che da decenni denuncia uno dei più alti rapporti fra debito pubblico e PIL a fronte di uno dei primi posti in classifica per patrimonio e soprattutto risparmio privato (e la cosa non è mai stata fatta oggetto di debita riflessione), un Paese che da sempre occupa uno dei primi posti della poco invidiabile classifica di evasione fiscale, elusione normativa e scarso senso civico, siamo proprio sicuri che nessuno di questi evasori ed elusori si sia astenuto in questi giorni dal puntare l’indice sui cinque parlamentari?

Sempre la Repubblica, che ha sollevato il caso dei cinque parlamentari, ha pubblicato ieri un’intervista con Marco Bussone, Presidente dei comuni montani (UNCEM) pubblicando le tabelle delle indennità che percepiscono sindaci, assessori e consiglieri dei piccoli comuni che sono la stragrande maggioranza in Italia, somme che – quando percepite, visto che molti che ne avrebbero diritto ci rinunciano – parlano da sole.

D’altra parte, come ho avuto modo di verificare ieri, una consigliera di un piccolo ed efficientissimo comune in provincia di Roma, con due importanti deleghe svolte con “disciplina ed onore”, ha percepito nel corso dei quattro anni di mandato qualche centinaio di Euro lordi.

Se invece di fermarsi ai titoli, gli “anticasta de noartri” riflettessero – se ci riescono – sul più generale andazzo della cittadinanza italiana, forse questo perdurante sentiment antipolitica non avrebbe molto spazio e non ci sarebbe nessun Referendum anti taglio parlamentari da votare.

E tanta indignazione che tracima dai mass media e dai commenti nei bar e nelle osterie sarebbe più che giustificata e giustificabile.

Ieri mattina Antonella Rampino de Il Dubbio, conduttrice questa settimana della trasmissione “Prima pagina” di Rai Radio 3, ha ricevuto la telefonata di una ascoltatrice, guida turistica, che dall’inizio del lockdown è rimasta senza lavoro e negli ultimi giorni guida qualche gruppo in visita in alcuni musei romani, più per soddisfazione personale che per lavoro.

Raccontava la guida turistica che all’inizio del lockdown, pur avendo diritto al bonus dei 600 Euro, si era astenuta dal richiederlo perché in una trasmissione aveva sentito la straziante testimonianza di una madre che, senza più lavoro insieme al marito, aveva difficoltà a portare a tavola qualcosa da mangiare per i propri figli.

Lei, la guida turistica, avendo un marito che lavorava e qualche soldo risparmiato seppur con fatica da parte, non se l’era sentita di richiedere il bonus.

Un mio caro amico, pur avendo diritto all’invalidità civile che gli consentirebbe di non pagar più i ticket per farmaci e prestazioni sanitarie, ha sinora rinunciato a presentare domanda perché ha un reddito, non stratosferico, che comunque gli consente di far fronte a quelle spese.

Quella guida turistica e quel mio amico, al pari di tanti altri che siamo sicuri sono dotati di analogo senso civico e di comunità, possono indignarsi e puntare l’indice contro i cinque “furbetti del Parlamento” che sono ovviamente da condannare ed esporre al pubblico ludibrio. Altri, molto meno.

E, siamo altrettanto sicuri, al Referendum per il taglio dei parlamentari i vari Torquemada all’amatriciana voteranno in stragrande maggioranza per il SI. Gli altri, quelli che non puntano l’indice, cercano di riflettere e praticare quotidianamente non a chiacchiere ma con i fatti il proprio senso civico, siamo certi che voteranno in stragrande maggioranza per il NO.


Maurizio Troiani

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