Nel suo discorso all'Università di Marsiglia, il Presidente della Repubblica ha giustamente accostato la vicenda dell'attacco dell'Ucraina da parte della Russia nel 2022 alle aggressioni hitleriane che precedettero la guerra. Non era la prima volta che sviluppava questi concetti e non era certo il solo ad averlo fatto in Europa e negli Stati Uniti.
Semmai è relativamente nuovo l’attacco del Cremlino al Presidente Mattarella attraverso la portavoce del ministro degli Esteri. Evidentemente a Mosca hanno l'impressione, oltreché la speranza, che con l'avvento di Trump il loro isolamento possa cessare. Difficile dire se le loro aspettative abbiano un fondamento. Certo il discorso del vicepresidente Usa, J.D. Vance, alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza internazionale di ieri è stato veramente pessimo. Ma non è affatto detto che quelle parole rappresentino il pensiero di Trump. L'imprevedibilità e per certi aspetti l'improvvisazione ci sembrano prevalere.
È molto positiva la solidarietà piena del governo italiano e delle forze politiche, con l'eccezione della Lega, al Presidente della Repubblica. Per quanto ci riguarda è una risposta sufficiente alle dichiarazioni russe e - insieme alla replica formale del Quirinale: “Il presidente è sereno, invita a rileggere il discorso di Marsiglia” - chiude l'episodio.
Certo per la presidente del Consiglio la posizione della Lega deve costituire un motivo effettivo di preoccupazione e di inevitabile imbarazzo. Se prima Salvini era solo una voce distonica rispetto al governo e alle sue alleanze internazionali, ora può forse pretendere di essere non solo la voce di Mosca nell'esecutivo, ma anche quella dell'establishment americano. Una situazione certamente molto sgradevole per l'on. Meloni.
15 febbraio 2025
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