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Sulla risposta dell’on. Picierno a Franceschini

  • Il Commento Politico
  • 17 set
  • Tempo di lettura: 3 min

È ovviamente del tutto legittimo per il militante di un partito mettere in discussione l'indirizzo politico impresso dalla dirigenza di quel partito e proporre una correzione di rotta. In questo senso non abbiamo nulla da dire a proposito dell'esigenza posta oggi dall'on. Picierno nella sua intervista su Repubblica di una correzione di rotta rivolta alla segreteria del PD. Può darsi che sia giusto il rilievo dell'on. Picierno che l'originaria ispirazione da cui nacque il PD non corrisponda alle posizioni sostenute oggi dall'on Schlein, così come è legittimo desiderare che il proprio partito faccia proprie delle posizioni e non le lasci ad altri con cui allearsi. Può anche essere giusta la sua preoccupazione che le posizioni prese dalla segreteria del PD non si limitino a registrare la polarizzazione dell'elettorato, ma in qualche modo rassegnandosi ad essa finiscano per incoraggiarla. Tuttavia, per quanto queste obiezioni non ci sembrino fondate, non entriamo su questi punti perché non apparteniamo al PD e lasciamo che siano i militanti di quel partito a discuterne.

Tutto ciò detto, però, esiste un problema che l'on. Picierno non può non porsi e al quale non dà risposta nella sua intervista. Ed è su questo che vorremmo interloquire con lei e sollecitarne un chiarimento. Il  problema è il giudizio sull'attuale maggioranza di governo e sulla sua adeguatezza rispetto ai problemi del Paese. Infatti, insieme alla definizione delle posizioni del proprio partito, una risposta imprescindibile, anzi una specie di questione preliminare è se giudicando negativamente un governo ci si proponga di dar vita a uno schieramento che nelle elezioni sia in grado di batterlo.

Su questo punto si possono avere posizioni diverse. Per esempio si può dire che tale è la distanza fra le proprie posizioni e quelle di tutti gli altri partiti di maggioranza o di opposizione che non è concepibile un’alleanza con alcuno di essi. È la posizione di un esponente politico come l'on. Calenda o come l’on. Marattin, i quali scelgono un’apparente equidistanza fra i due schieramenti, che poi non mantengono andando ad allearsi a destra o a manca a seconda delle elezioni.

Per quello che possiamo comprendere, la posizione dell'on Picierno non è questa. Essa si colloca con chiarezza e senza ambiguità – ci pare – fra gli oppositori del governo oggi ed in prospettiva. Dunque si deve pensare l’on. Picierno immagini e desideri che dalle prossime elezioni politiche emergano una maggioranza e un governo diversi dall'attuale.

In queste condizioni, anche immaginando una modifica della linea del PD, si porrebbe comunque il problema di stringere un'alleanza con forze che già oggi si collocano alla sinistra del PD, come AVS e 5 Stelle. Tra l’altro, appare probabile che tali forze si rafforzerebbero qualora vi fosse una correzione di rotta del PD in senso 'centrista'. In sostanza, vi sarebbe un PD che copre meglio le istanze che l'on. Picierno ritiene il PD stia trascurando, ma questo partito, volendo costruire un’alleanza capace di battere la destra,  avrebbe comunque necessità di allearsi con forze lontane dalle posizioni attuali dell'on. Picierno. 

Il punto discriminante è dunque fra chi ritiene di dover rappresentare delle istanze e di non avere alcun interesse a porsi il problema della costruzione di uno schieramento vincente - è la posizione dei vari Calenda, Marattin, ma per fortuna non più dell'on. Renzi - e chi invece, dando un giudizio negativo sull'attuale governo, si ponga concretamente il problema di come superarlo. Se noi dovessimo rivolgere una domanda all'on. Picierno, le chiederemmo di dire una parola chiara su questo punto.


17 settembre 2025

 

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