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Due test per il governo

Nella giornata di oggi il governo dovrà affrontare due passaggi, entrambi probabilmente non decisivi ma rilevanti, perché costituiscono significativi test delle difficoltà che l’esecutivo si troverà ad affrontare sul piano europeo e su quello interno.

Il primo è costituito dalla riunione del Consiglio Europeo sulla definizione del Next Generation Fund. Il dibattito italiano da diversi giorni si è giustamente concentrato sulle modalità di impiego dei contributi che arriveranno dall’Unione. Ma la realtà è che, sul quantum e sulle modalità di erogazione di tali risorse, è ancora in corso un duro negoziato destinato a concludersi non prima della fine di luglio, perché al Consiglio di oggi dovranno seguirne altri due, il primo tra il 9 e il 10 luglio ed il secondo una decina di giorni dopo. Il Commento Politico tratterà domani i temi che emergeranno dalla riunione di oggi, interlocutoria ma comunque molto importante, perché destinata ad incidere sull’atteggiamento più opportuno che il governo dovrà assumere affinché la trattativa possa concludersi al meglio per l’Italia.

Il secondo test è costituito dalla ripetizione del voto di fiducia al Senato sul decreto che fissa la data delle elezioni regionali, probabilmente accorpandole con il referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari. Nessuno dubita che oggi il numero legale ci sarà, ma l'"errore tecnico" che ieri ha determinato l'annullamento del voto è un segnale delle difficoltà che le sempre più evidenti divergenze tra le forze di maggioranza porranno al governo. All’esecutivo, sempre più di frequente, spetterà l’arduo compito di trovare punti di mediazione e spegnere i focolai in grado di trasformarsi in incendi. Lo stesso accorpamento delle elezioni regionali con il referendum è un modo per diluire le differenze tra chi, come il M5S, fa della riforma una bandierina da aggiungere al proprio palmares e chi, come il PD, ha sempre visto con disfavore una modifica costituzionale avulsa da ogni contesto organico e, infatti, ha espresso su di essa parere contrario in tre votazioni parlamentari su quattro.

Il Commento Politico ritiene l’accorpamento delle due consultazioni un errore ed in un certo senso un abuso, perché toglie agli elettori la possibilità di giudicare senza indiretti condizionamenti politici la validità di una riforma che può avere effetti negativi sull’equilibrio costituzionale. Per questo abbiamo acceso su di essa un apposito riflettore. Anche oggi proseguiamo la nostra riflessione con l’autorevolissimo intervento di Antonio Malaschini - già Sottosegretario ai rapporti col Parlamento, Consigliere di Stato e Segretario Generale del Senato - centrato sulle negative conseguenze che l’introduzione di siffatta riforma può comportare per il buon funzionamento di Palazzo Madama.

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