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Elezioni a Berlino ed elezioni a Roma

Il voto di domenica scorsa in Germania non ha determinato una situazione politica per cui possa prevedersi a breve la nascita di un nuovo governo. Si tratta di una situazione non nuova: anche dopo le precedenti elezioni la formazione di un governo di grande coalizione tra socialisti e popolari richiese quasi sei mesi di trattative. La novità è oggi rappresentata dal fatto che la nuova maggioranza destinata a nascere non dovrebbe essere più costituita da due partiti maggiori ma, sia che diventi cancelliere il leader della SPD, sia, in caso di suo fallimento, il leader dei popolari, saranno forze per così dire di centro, come i liberali e i verdi, a risultare fortemente determinanti.

Proprio per questo i leaders dei liberali e dei verdi hanno deciso di confrontarsi fra loro prima di aprire un negoziato con uno dei due partiti maggiori.

In ogni caso, è certo che il centro dello schieramento politico è destinato ad avere in Germania una rilevanza mai acquisita in passato.

Anche in Italia ci sono molti segnali che farebbero pensare ad una concreta possibilità che forze oggi non annoverabili ad una contrapposizione bipolare tra destra e sinistra possano acquisire un ruolo più significativo nel quadro politico generale. A Roma, per esempio, tutte le previsioni indicano che Carlo Calenda possa avere un risultato più lusinghiero di quello che viene attribuito al suo partito a livello nazionale. Nello stesso tempo, anche Italia Viva potrebbe giovarsi dell’exploit elettorale di Calenda nelle elezioni romane, perché la formazione guidata da Matteo Renzi è uno dei protagonisti della lista civica costituita dal leader di Azione. Inoltre, nel secondo importante appuntamento che attende la politica italiana all’inizio del prossimo anno e cioè l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, Italia Viva cercherà certamente di far valere la propria forza parlamentare di circa quaranta voti, ben più consistente del seguito che oggi Calenda ha nell’attuale Parlamento.

Qui però si esauriscono le analogie tra la situazione tedesca e quella italiana. Per aspirare ad avere in futuro lo stesso peso che in Germania si sono conquistati i liberali e i verdi, le forze italiane di centro dovranno essere capaci di sciogliere dei nodi che fin qui appaiono ancora inestricabili.

Il primo nodo riguarda il rapporto con le formazioni politiche alla destra del centro. In Germania la chiusura a destra delle forze di centro è netta ed inequivocabile. Può dirsi altrettanto per Renzi che spesso sembra giocare di sponda con Salvini e per Calenda che accoglie con sollievo l’endorsement fatto di recente in suo favore da Giorgetti?

Il secondo nodo. Le forze di centro in Germania hanno in animo di aprire un negoziato anche aspro con quello fra i due maggiori partiti che esprimerà il cancelliere, ma sono consapevoli che il successo di questo negoziato dipenderà prima di tutto da una convergenza fra di loro. Una convergenza che pretenderà una forte volontà politica, perché allo stato i programmi di liberali e verdi sono molto lontani.

Saranno disposti Renzi e Calenda a trovare una piattaforma comune? O prevarranno gli atteggiamenti micronapoleonici che fin qui hanno caratterizzato il loro stare in campo?

Il terzo nodo. I liberali e i verdi tedeschi cercheranno nei prossimi mesi di far valere al meglio la forza politica che gli elettori hanno dato loro, ma nello stesso tempo è altrettanto certo che non mettono in discussione la legittimità a guidare la coalizione di quello fra i due maggiori partiti – socialista o popolare – che sarà in grado di formare la nuova maggioranza del Bundestag.

Da noi, viceversa, questa consapevolezza non sembra ancora essere sufficientemente matura, dal momento che più esplicitamente Renzi e più cripticamente Calenda, hanno più volte dichiarato che il loro obiettivo sarebbe quello di svuotare dall’interno il PD, analogamente a quanto fatto da Macron con i socialisti francesi. Aggiungiamo che se la decisone di Calenda di presentarsi da solo a sindaco di Roma portasse al ballottaggio Virginia Raggi e il candidato di estrema destra Enrico Michetti, le conseguenze politiche di questa iniziativa sarebbero tutte gravemente negative.

Il quarto nodo. La possibilità offerta dall’elettorato tedesco a liberali e verdi di incidere con molto maggior rigore sugli orientamenti della Germania si fonda su una legge elettorale di stampo spiccatamente proporzionale. Anche in questo caso la differenza con la Germania è evidente, perché fin qui sia Renzi sia Calenda si sono dichiarati strenui fautori di un sistema maggioritario. Di quel sistema maggioritario che potrebbe rivelarsi un ostacolo insormontabile per i loro progetti e le loro speranze.

Qualcosa, dunque, si muove al centro del panorama politico in Germania e in Italia. Cosa sia destinato a produrre sarà in larga misura determinato dalla lungimiranza che i leaders di quelle aree politiche saranno in grado di dimostrare.

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