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Il punto di Franceschini

Fra le molte cose giuste dette da Dario Franceschini nell'intervista pubblicata stamane da Repubblica sull'esito della vicenda del Quirinale, sulla continuità dell'azione di governo e sulla possibile evoluzione del sistema politico nei prossimi mesi, ne vogliamo sottolineare due che ci sembrano particolarmente significative.

La prima riguarda il giudizio sulla Lega e su Matteo Salvini. A differenza dei tanti che nelle scorse settimane hanno tacciato d'incoerenza la conduzione da parte di Matteo Salvini della vicenda del Quirinale, Franceschini riconosce che il leader della Lega aveva il problema difficile di districarsi fra le due alleanze cui appartiene, l'alleanza di centrodestra e l'alleanza di governo. È un problema che a sinistra non esisteva e per questo aspetto il compito del segretario del PD, Enrico Letta, è stato più agevole. Quello che conta è che Salvini abbia scelto l'alleanza di governo ed ora giustamente Franceschini si augura che a questa scelta faccia seguito un'ulteriore evoluzione delle posizioni politiche della Lega: "Avremmo tutti da guadagnare - dice Franceschini - da un avvicinamento della Lega al centro, da un'evoluzione in questa direzione."

La seconda questione riguarda i raggruppamenti politici che fanno riferimento al centro. Indipendentemente dal sistema elettorale che verrà prescelto è opportuno - dice Franceschini - che si rafforzino le componenti del centro di ambedue gli schieramenti. Franceschini non auspica e non ritiene utile per l'evoluzione del sistema politico italiano la nascita di un centro politico che funga da ago della bilancia. Preferisce pensare a forze di ispirazione "centrista", cioè essenzialmente forze di ispirazione moderata, che partecipino ad ambedue le coalizioni rafforzandone le componenti europeiste e moderate, controbilanciando le eventuali spinte più estremistiche.

Noi condividiamo pienamente questa impostazione e pensiamo che si tratti di un aspetto sul quale dovrebbero esprimersi con chiarezza tutte le forze che si autodefiniscono di centro. Si collega a questo problema la questione della scelta del sistema elettorale. È vero - come dice Franceschini - che questo deve e può avvenire indipendentemente dal sistema. Tuttavia, aggiungiamo noi, un sistema proporzionale servirebbe soprattutto per liberare la Lega e Forza Italia dall'abbraccio dell'estrema destra di Giorgia Meloni, sarebbe cioè coerente con l'auspicio di un'evoluzione politica della Lega e non ostacolerebbe la formazione di due larghe coalizioni, una di centrodestra, l'altra di centrosinistra.

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