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Non spendere à la carte

Nella conferenza stampa che ha concluso i lavori degli Stati Generali, il premier Conte ha detto che, forte degli elementi acquisiti nelle conversazioni con tutti gli interlocutori, il Governo avrebbe ora proceduto a elaborare il piano di impiego dei fondi che verrà sottoposto all’Europa nel corso dei prossimi mesi.

“Il Governo”, però, non indica un’entità precisa. Il Governo è il Consiglio dei Ministri. Esso può solo discutere un progetto che deve essere stato predisposto in uno dei ministeri o in un gruppo di ministeri e comunque in una sede appositamente designata. Si torna così a una questione che Il Commento Politico ha sollevato fin dal primo giorno. Chi ha la responsabilità della formulazione di una proposta di destinazione dei fondi da sottoporre all’approvazione del Consiglio dei Ministri e da comunicare o da fare approvare al Parlamento? Può essere la stessa Presidenza del Consiglio; può essere uno dei dicasteri esistenti e in questo caso il candidato naturale è il dicastero dell’Economia, oppure può essere un’entità creata per l’occasione, un ministro senza portafoglio per il Piano o un Commissario straordinario per il Piano.

Il problema è cruciale, ed è collegato al problema della spesa dei fondi. Abbiamo già scritto più volte che si possono semplificare le regole burocratiche per la spesa di uno specifico fondo; se, invece, si ripartiscono i fondi fra varie amministrazioni statali o regionali o locali, allora la semplificazione burocratica necessaria per far sì che la spesa sia spedita e rapida diventa un problema di dimensioni gigantesche.

Ed infine, se vi fosse un centro unico di elaborazione e di realizzazione del piano anche i rapporti con l’Europa diverrebbero più semplici e scorrevoli che non se vi fossero decine di terminali diversi dei fondi europei.

Naturalmente, Il Commento Politico sa che prendere una decisione pone problemi politici delicati. che in questi anni di vacche magre non si sono mai posti perché si trattava di tagliare le spese, non di aumentarle. E tuttavia prima o poi, volentieri o malvolentieri, il problema dovrà essere affrontato. A meno che alla fine il Governo non preferisca rinunciare a un disegno complessivo e spendere à la carte per l’emergenza.

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