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Sulla finta telefonata alla presidente del Consiglio

Sulla questione dello “scherzo” telefonico subito dall'on. Giorgia Meloni a noi interessa rilevare un aspetto che non ci sembra abbia ricevuto una sufficiente attenzione da parte della stampa e dei commentatori politici. Nel corso di quella conversazione telefonica la presidente del Consiglio avrebbe detto a proposito della guerra in Ucraina: “Vedo molta stanchezza, devo dire la verità, da tutte le parti. Potremmo essere vicini al momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via di uscita.”

Se si fosse trattato di una conversazione informale con uno dei nostri alleati, a latere di un incontro della Nato o dell’Unione Europea, si sarebbe potuta capire un’osservazione di questo genere. Il senso che queste parole avrebbero potuto avere è: pur in presenza di un eventuale stanchezza dell’opinione pubblica, i nostri governi non muteranno posizione.

La stessa affermazione fatta a un esponente dell'Unione Africana ha un senso completamente diverso. Appare come l’indicazione di uno stato d’animo, quanto meno dell’Italia se non in generale degli alleati dell’Ucraina. Il suo interlocutore era legittimato a pensare che il sostegno all’Ucraina da parte di uno dei paesi della Nato e dell'Unione Europea, o di molti di questi paesi, stia venendo meno e queste parole avrebbero potuto essere riferite a molti altri interlocutori che hanno rapporti con l’Unione Africana.

La presidente del Consiglio non poteva sapere quale uso il suo interlocutore avrebbe fatto delle sue parole.

Il resto, lo "scherzo", le responsabilità dei collaboratori, sono solo dei modi per distogliere l’attenzione da parole che non dovevano in alcun modo essere dette.

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