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Una bussola per Salvini

All'indomani della formazione del governo Draghi e della divaricazione di posizioni fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, avevamo scritto che uno dei due aveva commesso un errore. Avevamo aggiunto che, se Salvini avesse proceduto con determinazione lungo la linea del sostegno al governo, si sarebbe rivelata un errore la posizione della Meloni, un errore analogo - avevamo scritto - alla rottura fra PCI e PSI all'atto della formazione del centrosinistra: la leader di FdI poteva lucrare sullo stare all'opposizione, ma sarebbe rimasta fuori dal governo per una lunga o lunghissima stagione politica. Ma se Salvini avesse cercato di stare al governo strizzando l'occhio alle tesi dell’opposizione, l'errore lo avrebbe commesso lui e avrebbe finito per danneggiare la Lega anche sul piano elettorale.

I sondaggi confermano la difficoltà di Salvini. Non potrebbe essere diversamente, perché gli sbandamenti della Lega le fanno perdere voti a favore della destra più radicale e voti moderati a favore di Forza Italia, che non a caso segna una lieve ripresa.

Nei giorni scorsi, dopo vistosi sbandamenti in Parlamento, Salvini aveva annunciato che la Lega aveva individuato un punto di convergenza fra le diverse sensibilità politiche manifestatesi all'interno del suo partito. Se, però, oggi il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha ritenuto di rilasciare un'intervista molto esplicita al Corriere della Sera per chiarire la posizione che a suo avviso la Lega dovrebbe avere sul Green pass e sulle questioni collegate, evidentemente o non giudica sufficiente l'accordo dei giorni scorsi oppure ritiene che Salvini non sia in grado di tenere, o non voglia tenere, una posizione equilibrata.

Insomma, nella Lega il problema di un chiarimento di linea politica è esploso apertamente. Salvini può essere tentato di portare la Lega all'opposizione in cambio di elezioni anticipate che potrebbero forse ancora confermarlo come espressione del partito più forte.

È una linea avventurosa per l'Italia. Si dimentica che il paese vive su una montagna di debito pubblico e che, prima o poi, l'attenzione passerà dalle misure per fronteggiare la crisi economica causata dalla pandemia alla necessità di porre mano alla situazione finanziaria che la pandemia lascerà dietro di sé.

Pensano Salvini e Meloni di potere gestire una congiuntura di questo tipo? Pensa Salvini – che, stando al governo, ha potuto misurare il consenso di cui gode Draghi in Europa e le conseguenze benefiche che questo ha per l’Italia - che un governo presieduto da lui o dalla Meloni riceverebbe un trattamento analogo? E gli osservatori che sottovalutano questi pericoli, pensano che tali rischi possano essere evitati con la sola ascesa di Mario Draghi al Quirinale?

È necessario non richiudere lo spiraglio di ripresa che stiamo sperimentando. Ed è indispensabile impedire che il paese torni nel caos.

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