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Al festival dell’ipocrisia

Come scrive Maurizio Troiani nell’articolo di oggi per Il Commento Politico, l’opinione pubblica ha diritto di essere scandalizzata per i parlamentari che si sono avvalsi di una norma che consente loro di cumulare al proprio stipendio anche un contributo che lo Stato ha deciso per alleviare le difficoltà economiche provocate dalla pandemia.

Ma c'è uno scandalo ancora più grave del comportamento dei parlamentari che si sono avvalsi della norma, uno scandalo su cui nessuno finora ha puntato il dito. È il comportamento dei gruppi parlamentari cui questi politici appartengono. In primo luogo vi è stata l'approvazione di una norma che consentiva comportamenti scandalosi. Perché è passata in Parlamento una norma così ampia e priva di limiti? Chi l'ha proposta? C'è stato qualcuno che si è opposto? Qualcuno ha segnalato il rischio?

E dopo l'approvazione vi è stata una inerzia colpevole anzi colpevolissima. Infatti, visto che - a quanto dicono oggi i moralizzatori, come i 5 Stelle o la Lega – essi ritenevano immorale che ad avvalersene potessero essere dei parlamentari, perché non hanno subito svolto un’indagine interna (quella che oggi vuol fare la Lega) per sapere chi ne avrebbe avuto diritto e perché non hanno immediatamente stabilito che i membri del proprio gruppo parlamentare non potessero, pur avendone diritto, avanzare richiesta del sussidio?

Non si sono accorti delle implicazioni delle leggi che avevano votato? E che ci stanno a fare in Parlamento se non capiscono le leggi che votano? E non sono in grado di stabilire regole di comportamento per i propri membri?

Questi gruppi dovrebbero avere la decenza di tacere e chiedere scusa all’opinione pubblica per avere approvato leggi malfatte e per avere consentito che di queste norme malfatte si avvalessero i propri parlamentari, salvo oggi fingere, da ipocriti, di scandalizzarsi.

A gruppi politici di questo genere si affidano le sorti del Paese?

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