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Giulietta e Romeo uniti nella lotta

Ieri scrivevamo, a proposito dei problemi interni ed internazionali che l'Italia dovrà affrontare nel prossimo futuro, che "I due leader della destra non hanno lo standing indispensabile". È bastato un giorno per avere la conferma di quel giudizio.


L'occasione è stata fornita dalle decisioni della Banca Centrale Europea in materia di tassi d'interesse. Si tratta di una decisione largamente attesa e sostanzialmente inevitabile che, come è ovvio, pone problemi seri soprattutto a un Paese che ha il debito pubblico dell'Italia.


La decisione della BCE si prestava a due diverse possibili reazioni. Un leader politico che volesse accreditarsi come una possibile guida di un futuro governo avrebbe dovuto spiegare come l'Italia dovrà affrontare questa nuova situazione. Un capopopolo interessato a raccogliere qualche consenso in più avrebbe preferito attaccare la BCE senza andare troppo per il sottile.


Salvini e Meloni hanno scelto ambedue questa seconda via e lo hanno fatto con parole molto simili fra loro. Si dirà che è più grave per Salvini, il quale non dovrebbe dimenticare che il suo partito fa parte della maggioranza. Ma è altrettanto grave per Giorgia Meloni che - forse quando non riceve suggerimenti (da Crosetto?) - su una postura accettabile, parla nei termini tradizionali del partito politico da cui proviene e in cui si è formata.


Il fatto è che, abituati a raccogliere il consenso come oppositori, faticano ambedue a immaginarsi o a parlare come esponenti del governo. E poiché è bene che ciascuno faccia le cose che sa fare, Meloni se ne stia all'opposizione e se Salvini ritiene a sé più congeniale quella stessa posizione, si unisca a lei.


Andiamo verso un periodo molto difficile. Va detto con assoluta chiarezza che con questi leader l'Italia avrebbe un futuro molto amaro.

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