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L’esperienza dell’IRI

Il Commento Politico riporta oggi (di seguito l’allegato) un articolo di Giorgio La Malfa pubblicato stamane sul quotidiano Il Mattino, intitolato "Le condizioni per il ritorno dello Stato nelle imprese". La Malfa afferma che in tutti i maggiori Paesi l'uscita dalle grandi crisi è stata accompagnata non solo da vasti programmi di investimenti pubblici, ma anche da interventi diretti degli Stati nelle banche e nelle imprese, in vista di un loro rafforzamento e di una successiva "riconsegna" al mercato. L'IRI negli anni Trenta e negli anni della ricostruzione postbellica e la Cassa per il Mezzogiorno nel dopoguerra sono stati esempi significativi di queste politiche.

Il Commento Politico ha scritto più volte che l'impiego dei fondi che l'Europa ci ha messo e potrà metterci a disposizione per il rilancio della nostra economia richiede l'individuazione di un centro unico di progettazione e di esecuzione dei programmi di investimento, per evitare dispersioni e ritardi altrimenti inevitabili.

Oggi La Malfa scrive che non bisogna avere paura di immaginare un nuovo IRI, purché lo si sappia concepire con le caratteristiche che ne determinarono il successo nella fase iniziale della sua esperienza, prima e subito dopo la seconda guerra mondiale.

In questo momento difficile e cruciale sarebbe un errore non puntare a disegni alti, a strategie ambiziose e di ampio respiro, per ripiegare su una serie di interventi pubblici costosi e sostanzialmente assistenziali, come furono quelli della Società per le gestioni e partecipazioni industriali, GEPI, istituita nel 1971. In sostanza, non si tratta se scegliere o no di fare un intervento pubblico di politica industriale, ma se fare l'IRI di Beneduce e di Menichella o la GEPI degli anni Settanta e Ottanta.


il Mattino_9 luglio 2020
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