Difficile e impietoso fare una graduatoria di gravità fra contraddizioni e spaccature emerse ieri a Strasburgo nei voti delle forze politiche italiane sul riarmo dell’Europa e sul sostegno all’Ucraina.
Preoccupante è la spaccatura verticale emersa nel PD sul voto per il riarmo europeo: 10 voti a favore della risoluzione e 11 voti per l'astensione - che a sua volta rappresentava già un compromesso fra coloro i quali volevano votare contro, come i 5 stelle, i verdi e la sinistra e quelli che invece pensavano davvero che l'astensione fosse la posizione corretta - cui si deve aggiungere la scelta dell'ex sindaco di Firenze Nardella, che dichiara di essersi astenuto per lealtà di partito pur condividendo il piano di riarmo europeo sul quale verteva il dibattito. Si tratta di un esito veramente inquietante dal momento che il PD è, e non può non essere per le sue dimensioni, il perno dell'opposizione e dell'alternativa alla maggioranza. L’alternativa non ha quindi solo il problema di mettere insieme un campo largo tra il Pd e le altre forze che si collocano alla sua destra o alla sua sinistra, c’è addirittura un problema di identità del partito principale della coalizione che va risolto.
Ma la scelta più grave, per certi aspetti oscurata dalle spaccature della sinistra, è la divisione della destra che, rappresentando la maggioranza di governo, getta nel caos la politica estera italiana. La Lega ha votato sia contro la mozione sul riarmo appoggiata da Fratelli d'Italia e da Forza Italia, sia contro il sostegno all’Ucraina. Ma, contemporaneamente, Forza Italia ha votato a favore di ambedue le mozioni e Fratelli d'Italia ha votato a favore della mozione sul riarmo e si è astenuta sul sostegno all’Ucraina. Per riassumere, su una mozione il centrodestra si è spaccato in due e sull’altra mozione si è spaccato in tre. Cioè, l’Italia ha ancora un governo non avendo più una maggioranza? Se l’opposizione non trova una posizione comune di politica estera si squalifica come possibile alternativa, ma c’è ancora tempo per superare l’impasse. Se i partiti di maggioranza esprimono due posizioni diverse in un caso e tre posizioni diverse in un altro caso, il problema non è più loro, è un problema dell’Italia.
“What is left of the left” era il tiolo di un articolo apparso molti anni fa a proposito delle sinistre europee. Un titolo che si addice bene alla sinistra italiana di oggi. Ma ora a quel titolo se ne deve affiancare un altro: “What is right for the right”. Nessuno è più in grado di dirlo.
13 marzo 2025
Straccio paatla male di cencio. Da noi la politica estera equivale ad ambiguità e non da ora. Il riarmo e il sostegno all'Ucraina è la priorità. Dovuto ad un popolo eroico,alla civiltà, e alla Storia. l'Italia, direi, è un paese sempre più confuso: Dx e Sx.