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La Puglia come l’Ohio

La Puglia è il “battle ground state” italiano. È un po’ il nostro Ohio. Le prossime elezioni regionali del 20 settembre sono infatti destinate ad influire in modo considerevole sul quadro politico nazionale, fino a poter mettere in discussione la tenuta del governo, la qualità dei rapporti tra i partiti della maggioranza e la stessa fisionomia dell’attuale centrodestra.

A settembre si voterà in sei regioni: oltre che in Puglia, anche in Veneto, Liguria, Toscana, Marche e Campania. Attualmente quattro di esse hanno un governatore di centrosinistra e due di centrodestra. L’opposizione cercherà di ribaltare questa situazione, confermandosi in Veneto e Liguria e conquistando Marche e Puglia.

In Campania e Toscana il centrosinistra dovrebbe riaffermarsi.

Ma è la Puglia il vero punto cruciale. Se il centrodestra sfondasse solo nelle Marche, il centrosinistra potrebbe comunque rivendicare un consenso sufficiente per continuare a governare su circa quattordici milioni di italiani, a fronte di un successo delle opposizioni in territori che ne contano poco più di otto milioni.

Tutto ciò spiega in larga misura la progressiva focalizzazione della campagna elettorale sui temi del Mezzogiorno.

Le opposizioni stanno concentrando la propria polemica sulla decisione del governo, lo scorso marzo, di imporre il lockdown in tutto il Paese, con perdite economiche anche per le regioni del Sud poco o per nulla colpite dall’epidemia.

Il governo, di contro, batte ogni giorno sul tasto della prossima ripartizione dei fondi europei da declinare in senso ultrafavorevole alle regioni del Sud. Si torna a parlare di Cassa per il Mezzogiorno e ieri, in Puglia, lo stesso Presidente del Consiglio ha esplicitamente auspicato una qualche forma di accordo tra movimento Cinquestelle e Pd a sostegno del governatore uscente Emiliano. Oltre al completamento dell’Alta velocità è riemersa, anche se forse in forma sottomarina, l’idea del Ponte sullo Stretto.

Le elezioni hanno le loro regole, note anche ai meridionalisti. A chi gli chiedeva lumi sulle prospettive del Sud, Francesco Compagna rispondeva amaramente che “il Mezzogiorno è quella cosa che viene dopo la Marina mercantile e prima dell’eccetera”. Ciò nondimeno, non abbandonò nemmeno per un giorno la battaglia per il Sud che ne ha caratterizzato l’intera esperienza politica.

Anche Il Commento Politico, pur evidenziando le strumentalizzazioni che il tema offre alla campagna elettorale, confida che il dualismo Nord - Sud, vieppiù accentuatosi negli ultimi anni, possa essere finalmente affrontato con nuova energia. L’Europa sembra aver finalmente compreso che il suo benessere passa per la ripresa dell’Italia; anche l’Italia deve comprendere che la sua rinascita passa per uno sviluppo duraturo del Mezzogiorno.

Il cocktail ‘fondi europei – elezioni’ potrebbe essere l’occasione di una riflessione che porti a scelte non più congiunturali ed assistenziali.

Su questi argomenti torneremo ancora.

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