Nel doppio giro di consultazioni con le forze politiche e parlamentari, il presidente del Consiglio incaricato ha potuto registrare un larghissimo favore alla nascita del suo governo. Solo Fratelli d’Italia ha dichiarato di non votare la fiducia.
Il Movimento Cinquestelle e parte di Leu, quella più vicina a Nicola Fratoianni, si sono riservati di decidere, chiedendo a Mario Draghi di esplicitare meglio la natura e il programma del governo che ritiene di formare.
Nel caso di Leu, la maggior parte degli osservatori è convinta che le diverse anime che lo costituiscono si ricompatteranno se venisse confermata la presenza di Speranza come ministro della Sanità.
La questione Cinquestelle è ovviamente più sfaccettata e complicata, dal momento che si tratta del più consistente gruppo presente nei due rami del Parlamento. Anche se il voto positivo del Movimento non è allo stato indispensabile, una sua mancanza comporterebbe una fisionomia del nuovo governo molto distante da quell’esecutivo di salvezza nazionale invocato dallo stesso Presidente della Repubblica. Inoltre, sul piano politico, metterebbe il Pd nel serio imbarazzo di appoggiare da solo un governo con una maggioranza parlamentare fortemente sbilanciata sul centrodestra.
La nuova posizione assunta dai Cinquestelle nella tarda serata di ieri è stata sancita da Grillo in un video che mai come in questa occasione deve essere descritto come un “video messaggio”. Il garante del Movimento, nel ribadire la soddisfazione per i colloqui dei Cinquestelle con il presidente incaricato, ha però rinviato la consultazione Rousseau con la propria base, prevista per oggi e domani, ad una data successiva a pubbliche dichiarazioni di Mario Draghi confermative degli indirizzi politici e programmatici espresse durante i colloqui a Montecitorio.
È verosimile che la mossa di Grillo sia diretta ad ottenere contemporaneamente molti risultati: rimettere i Cinquestelle tra i kingmakers del nuovo governo; realizzare la massima unità possibile del Movimento, garantendo che le decisioni ultime saranno assunte senza prevaricazioni sull’ala Di Battista e sui parlamentari recalcitranti a far parte di una maggioranza che comprende Silvio Berlusconi; escludere la presenza di Matteo Salvini tra i ministri; ottenere, infine, che il nuovo governo, sul piano programmatico, possa considerarsi o perlomeno possa essere in qualche modo interpretato come una prosecuzione del governo Conte due.
Tutto ciò premesso, ci chiediamo, tuttavia, se le posizioni di Grillo e di Fratoianni si riveleranno così distanti da come appaiono ad una prima impressione.
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