L’intervento di Giorgia Meloni nella trasmissione Porta a Porta di ieri sera è stato particolarmente interessante e significativo. Nel rispondere alle domande di Bruno Vespa e di Antonio Polito sulla prossima tornata elettoral-referendaria la segretaria dei Fratelli d’Italia ha chiarito che l’attenzione del suo partito è tutta concentrata sulle elezioni regionali. Nel confermare il suo auspicio rituale per il successo di tutte le forze di centrodestra, è risultato chiaro che l’obiettivo vero di Fratelli d’Italia è rappresentato dal successo dei suoi candidati in Puglia e nelle Marche. Un successo che rafforzerebbe enormemente lo standing del partito nella coalizione ed ancor più peserebbe se l’unica regione in cui Salvini si espone in prima persona – e cioè la Toscana, perché il Veneto è tutto di Zaia- rimanesse al centro sinistra.
L’onorevole Meloni ha usato lo stesso format per ciò che riguarda il referendum. Certo, ha detto, si tratta di una battaglia storica del mio partito, ma è altrettanto certo che il mio popolo sa bene che una vittoria del No farebbe vacillare il governo Conte.
Dopo queste dichiarazioni il panorama nel centrodestra sembra essersi completamente modificato. Le parole della segretaria di Fratelli d’Italia si aggiungono alle critiche alla riforma avanzate in primis da Silvio Berlusconi e alla formula usata da Matteo Salvini per cui pur votando personalmente Si “non metterebbe un dito nell’ occhio agli elettori leghisti che voteranno No.
Sul fronte del centro sinistra, dopo la recente adesione del Pd al Si, sempre più numerose appaiono le prese di posizione a favore del No da parte di dirigenti, quadri ed elettori del partito. I sondaggi sono ormai vietati ma come ha dichiarato a Repubblica l’autorevole analista Alessandra Ghisleri: “ le rilevazioni sono condizionate dal fattore vergogna e cioè molti sostenitori del No, dopo che il Pd ha indicato una direzione opposta , esitano a dichiararlo”. In definitiva si può dire che se formalmente il Partito si è schierato per il Si perché, come ha detto il capo delegazione al governo Franceschini pacta sunt servanda, è altrettanto vero che tutto il Pd è preoccupato che l la coalizione di maggioranza possa lavorare efficacemente per far ripartire il paese utilizzando al meglio le cospicue risorse che l’Europa ci mette a disposizione. Un obiettivo difficilmente realizzabile se con la vittoria del Si i Cinquestelle potranno rialzare la testa a dispetto del costante e progressivo calo di consensi in loro favore.
In sintesi, quindi, PICCOLI NO CRESCONO.
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