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PNRR a scartamento ridotto

In un articolo del Sole 24 Ore di oggi, a pagina 6, si legge che è stato proposto un nuovo bando per l’aggiudicazione di un lotto di lavori fra Catenanuova e Dittaino lungo la linea ferroviaria che unisce Palermo a Catania. Dopo avere sintetizzato i termini del bando che si basa sull’utilizzo dei fondi del PNRR si legge la frase seguente: “Al termine dei lavori lungo tutto l’asse Palermo-Catania sarà possibile andare da Palermo a Catania in meno di due ore.”


Il Commento Politico ha ripetutamente criticato il modo in cui venne impostato due anni fa il PNRR. Sostenevamo che era mancata una definizione delle priorità e che il modo in cui il governo aveva proceduto avrebbe disperso i fondi fra mille progetti riducendone l’impatto. L’articolo del Sole 24 Ore è la miglior prova di quanto abbiamo scritto.

Si considerino le distanze che separano alcune città italiane con accanto gli attuali tempi di percorrenza con i treni ad alta velocità e le si ponga a confronto con il tempo di percorrenza che si prospetta con i miglioramenti ai quali si sta lavorando sulla linea siciliana:


Roma-Firenze circa 270 Km, 100 minuti

Roma –Napoli circa 226 Km, 75 minuti

Milano-Bologna circa 212 Km, 70 minuti

Palermo Catania circa 210 Km, in futuro “meno di 2 ore”


La domanda è: perché non è stato predisposto un progetto per l’alta velocità in Sicilia fra Palermo e Catania? Se questo progetto vi fosse, al termine dei lavori il tempo di percorrenza non potrebbe che essere analogo a quello della Roma-Napoli o della Milano-Bologna. Invece si è scelto un ammodernamento della linea che non cambia di molto l’attuale situazione. È stata fatta un’analisi dei costi e dei benefici di un maggiore investimento? Oppure si sono finanziati i progetti che già erano stati predisposti dalle Ferrovie ed erano in attesa di fondi?


Ci piacerebbe che a queste domande le autorità competenti dessero una risposta. E per autorità competenti intendiamo il ministro per le Infrastrutture, il ministro per il Mezzogiorno e la Presidenza del Consiglio che ha conservato il coordinamento e il controllo sul PNRR.

Lo sperpero di risorse assegnate dall’Ue all’Italia con tanta generosità sarebbe un peccato imperdonabile, di cui è probabile che alla fine l’Italia sarà chiamata a dare conto.

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