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Prime analisi sulla vittoria di Joe Biden

Ieri pomeriggio, quando il vantaggio di Biden su Trump in Pennsylvania ha superato il mezzo punto percentuale, tutte le principali emittenti televisive hanno dichiarato che l’ex vicepresidente era il nuovo presidente-eletto.

I conteggi non sono ancora conclusi e soprattutto non sappiamo ancora se e quanto Trump e i repubblicani vorranno contestare in giudizio gli esiti. Bisognerà anche capire se il partito repubblicano seguirà Trump fino in fondo qualora decida di seguire questa strada o alla fine si dissocerà da questa strategia. In ogni caso il giudizio degli elettori sembra definito, sia a livello nazionale con un distacco fra i due sfidanti di oltre 4 milioni di voti, sia a livello di un numero di Stati sufficiente a portare Biden ben oltre la soglia dei 270 voti dei grandi elettori.

Il problema sul quale bisognerà riflettere è il nuovo insuccesso dei sondaggi. Per una prima analisi rimandiamo ad un interessante articolo di Nate Silver (qui) di cui riportiamo alcune osservazioni salienti.

Innanzitutto il numero dei votanti in queste elezioni è stato enorme: più di 80 milioni di voti per Biden e quasi 75 milioni per Trump. Il precedente record era di Obama con meno di 70 milioni.

Riguardo ai sondaggi, il vantaggio nazionale si attesterà probabilmente intorno ai 4-5 punti percentuali. Quindi c’è stato un errore di 3-4 punti che, a priori, non è insolito. Ma certo che abbiano errato di nuovo nella stessa direzione e di nuovo nei principali Stati del Midwest deve indurre i sondaggisti a un'attenta riflessione.

Il primo discorso di Biden da presidente-eletto conferma l'impostazione vincente che egli ha dato alla sua campagna elettorale: ha parlato di unire gli americani e di rappresentarli tutti e di riunire il Paese così profondamente lacerato dalla presidenza di Trump. Naturalmente la prova dei fatti sarà dura, a cominciare dal Covid, che Biden ha dichiarato essere il primo articolo della sua agenda. Si porrà per lui, come per tutti i leader europei, il dilemma fra la tutela della salute e la tutela dell'economia e la sfida, finché non vi sarà il vaccino, non sarà facile dopo la caotica gestione di Trump.

La presidenza di Biden dipenderà poi dalla situazione del Senato, dove i democratici non hanno raggiunto quei successi che ancora una volta i sondaggi annunciavano. Non sappiamo se arriveranno alla soglia dei 50 senatori. Tutto dipende dalle due elezioni suppletive che si terranno il 5 gennaio in Georgia (per la Legge locale se nessuno ottiene il 50% dei voti si va a rivotare fra i primi due candidati).

Insomma un forte ripudio di Trump ma non dei repubblicani che pure lo hanno pienamente sostenuto. Però, per l'Europa e per tutti noi, un forte senso di sollievo.


Andrea La Malfa

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