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Recovery Fund, da dove ripartire

Il Commento Politico ha chiesto alla Fondazione Ugo La Malfa l’autorizzazione a pubblicare integralmente la proposta della Fondazione contenuta nel volume Next Generation UE. Proposta per il piano italiano. Ringraziamo la Fondazione per aver accolto la nostra richiesta.

Perché questa decisione? E perché proprio ora?

Ecco le ragioni:

1) La crisi di governo, apertasi in sostanza già a metà novembre ed esplosa formalmente a gennaio, ha avuto origine dai contrasti sul progetto italiano di utilizzazione dei fondi del Next Generation EU. Si tratta di una questione fondamentale perché è indispensabile definire un piano italiano all’altezza dei problemi ed in grado di far ripartire l’economia nella cornice dei criteri che l’Europa ha fissato per concedere a tutti i Paesi le risorse stanziate in estate. L’Italia, che può essere la maggior beneficiaria degli aiuti europei, deve fare fino in fondo la sua parte. Non si tratta, come tutti dicono, di un’occasione irripetibile. Si tratta dell’ultima occasione prima che si creino le condizioni per una crisi del debito pubblico.

2) Il piano italiano non è pronto, né per ciò che attiene ai progetti, né, e questo è forse il problema più grave, per ciò che attiene alla governance.

3) L’Europa e gran parte degli osservatori italiani stanno da mesi lanciando allarmi sui ritardi italiani.

4) Le trattative tra i partiti, sia prima sia dopo l’apertura formale della crisi, non hanno, invece, fatto fare nessun concreto passo avanti su questo nodo cruciale. Tutti i media concordano che il tavolo programmatico insediato dal presidente della Camera Fico, nella sua veste di esploratore, si sia trasformato in una sede di copertura per consentire ai leader dei partiti un negoziato parallelo sulla struttura di un possibile nuovo esecutivo sostenuto dalla precedente maggioranza.

5) Il Commento Politico ignora se dalla trattativa in corso emergerà un governo Conte 3 rimpastato più o meno ampiamente, un nuovo governo sostenuto dalla stessa maggioranza ma con un diverso premier o se si giungerà ad un governo, per così dire, istituzionale. Sappiamo, però, che in tutti e tre i casi il governo che si formerà dovrà partire praticamente da zero per ciò che attiene il principale dei suoi compiti, che è quello di definire un piano di utilizzazione dei fondi europei in grado di rispondere sia alle condizioni poste dall’Europa, sia alla necessità di far uscire l’Italia dalla sua paralisi economica.

Per questi motivi abbiamo deciso di riproporre non solo ai nostri lettori ma soprattutto all’opinione pubblica, alle forze politiche ed a coloro che dovranno prendere in mano il timone del governo, la proposta della Fondazione Ugo La Malfa.

Si tratta di una proposta rispettosa delle prerogative del governo e della maggioranza che lo sosterrà, volta ad evitare che le risorse da distribuire siano ripartite secondo criteri di arbitraria ripartizione politica, attenta a garantire i poteri di controllo del Parlamento e una corretta impostazione dei rapporti fra maggioranza ed opposizione su un dossier di così cruciale importanza.

È una proposta che si fonda sulla scelta di affidare la realizzazione del piano ad una Autorità indipendente, che realizzi le indicazioni politiche secondo criteri di trasparenza, efficienza e rapidità. Una Autorità guidata da una personalità la cui autorevolezza consenta di mantenere costante il rapporto di fiducia con Bruxelles e con gli altri partner europei.

Non si tratta di una scelta tecnocratica ma di un’opzione realistica. L’Europa, per concedere i fondi previsti, ci chiede di operare delle profonde trasformazioni nella macchina pubblica: efficienza delle amministrazioni centrali, un rapporto tra Stato e Regioni che non porti alla paralisi delle decisioni, un sistema della giustizia (civile ed amministrativa) che favorisca e non scoraggi gli investimenti, pubblici e privati, nazionali ed internazionali.

Se l’Europa ci chiede questo e, del resto, anche da noi è opinione comune che ci sia bisogno di un grande sforzo riformatore in questi settori, è contraddittorio pensare di affidare un’impresa strategica come il piano italiano a strutture che tutti considerano non all’altezza del compito.

La proposta della Fondazione La Malfa nasce dalla consapevolezza di garantire a tutti i protagonisti - governo, maggioranza, opposizione e strutture chiamate a realizzare il piano - il ruolo che una Costituzione fondata sulla separazione dei poteri prevede ed affida.

Il Paese è in ritardo. Forse, per l’eterogenesi dei fini, questo ritardo può ancora rivelarsi la chiave per imboccare una strada più virtuosa ed efficace.


Di seguito il pdf della Proposta della Fondazione Ugo La Malfa:




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