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Sostanza e forma

Erano ben calibrate le parole del Presidente del Consiglio Conte nella sua conferenza stampa di ieri sulle nuove misure adottate in vista della riapertura delle attività nei prossimi giorni. Il premier ha insistito sulla stretta collaborazione fra lo Stato, le regioni e gli enti locali, tacendo dei contrasti che avevano accompagnato la definizione delle misure e insistendo sulla responsabilità condivisa di tutti qualora le cose, dal punto di vista delle conseguenze sui contagi, non dovessero andare per il verso giusto. Non solo è utile al Paese dare il senso di una collaborazione più armoniosa di quello che forse è, ma è anche prudente perché, come saggiamente dice Machiavelli, “se pure qualche volta è necessario nascondere con le parole una cosa, bisogna farlo in modo o che non appaia, o, apparendo, sia parata e presta la difesa.”

Questa impressione positiva era tuttavia in singolare contrasto con la scenografia apprestata per l’occasione. Laddove avrebbero dovuto esservi i segni di un lavoro in corso e di una condivisione di responsabilità, era offerta invece l’immagine di un uomo solo al comando in uno sfondo monumentale, costituito dal cortile di Palazzo Chigi illuminato da un sapiente gioco di luci.

Il Commento Politico ha simpatia per il Presidente del Consiglio non fosse altro che per la sua abilità, nell’estate scorsa, nello sfruttare il passo falso dell’on. Salvini, e per il garbo istituzionale con cui affronta le questioni.

Ieri lo spettacolo predisposto per la conferenza stampa smentiva però le caute parole di Conte.

Quale ragione c’era per una ambientazione che strideva in maniera così evidente con le condizioni di un Paese stremato e attraversato da dubbi, incertezze e divisioni?

Non percepisce il Presidente del Consiglio il rischio che la prudenza di cui ammoniva Machiavelli sia cancellata dallo zelo dei suoi collaboratori?

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