L’impressione, seguendo in diretta l’ultimo dibattito presidenziale americano, è che ciascuno dei due candidati abbia parlato al proprio elettorato e sia stato efficace nel farlo. Il dibattito quindi non dovrebbe avere in alcun modo modificato la dinamica delle elezioni. Joe Biden è davanti in tutti i sondaggi, con un margine sufficiente a vincere anche se vi dovessero essere degli errori sistematici a danno di Trump nelle rilevazioni, mentre quest’ultimo non sembra in grado di recuperare quelle parti dell’elettorato “moderato” passato, o meglio tornato, ai democratici nel corso di questi anni della sua presidenza.
Trump ha cercato di ingaggiare un aspro corpo a corpo con Biden, accusandolo di essere insieme un politico inefficace e un uomo corrotto. Biden ha reagito con fermezza, ma non ha accettato di scendere sul terreno di Trump. Probabilmente la strategia che aveva scelto era quella di volare alto e di scendere solo talvolta sul ring e lo ha fatto efficacemente, per esempio sulla questione delle tasse accusando Trump di avere pagato più tasse in Cina che negli Stati Uniti. Trump ha reagito dicendo di avere pagato “milioni e milioni di dollari” al fisco americano e Biden gelidamente ha commentato: “Allora facci vedere le carte”. Trump ha reagito con furia, ma in modo confuso.
Sulla questione delle minoranze Trump ha dichiarato di essere il Presidente che ha fatto di più per i neri dopo Abramo Lincoln. Il sorriso di Biden a queste dichiarazioni era molto significativo.
In alcuni momenti Biden ha avuto accenti molto veritieri, parlando della povertà e della condizione dei neri. Trump non ha mai mostrato alcun vero sentimento. A rischio, ovviamente, di sbagliare, crediamo di poter concludere che, salvo qualche iniziativa sorprendente delle prossime ore, il presidente uscente ben difficilmente riuscirà a recuperare. E sarà bene così da molti punti di vista, incluso quello dei rapporti fra Stati Uniti ed Europa che rimangono cruciali per molti dei problemi del nostro tempo.
Giorgio La Malfa