Mancano due giorni alle elezioni americane e gli analisti danno tutti una probabilità del 90% o più di una vittoria di Biden.
Ovviamente c’è ansia fra i democratici americani che si possa ripetere quanto già successo nel 2016.
Vediamo oggi quali sono gli scenari per l’uno o l’altro caso.
Il vantaggio di Biden a livello nazionale è di circa 9 punti, 5-6 punti più alto di quanto fosse quello della Clinton ed inoltre è stabilmente a nove punti da…sempre, mentre il vantaggio della candidata democratica nel 2016 su Trump era molto variabile ed in sensibile calo negli ultimi giorni.
Riportiamo l’interessante grafico comparativo di @elezioni usa (https://twitter.com/elezioniusa):
Si sa però che le elezioni presidenziali americane si vincono nei singoli Stati: vediamo quale è la situazione a questo livello.
Nel 2016 la grande sorpresa venne dagli Stati del midwest che furono conquistati da Trump con margini ristrettissimi.
Il Michigan fu vinto da Trump con un margine di 0,2% ed era dato a 4,5% a favore dei democratici: in questo Stato il vantaggio di Biden è di oltre 9 punti.
La Pennsylvania fu repubblicana per lo 0,7% con un vantaggio stimato nei sondaggi per la Clinton di soli 3 punti. Oggi i sondaggi danno Biden in vantaggio di 5 punti (ed è lo Stato in cui è più debole).
Il Wisconsin, infine, andò a Trump per meno dell’11% pur essendo stimato +6% democratico, ma oggi i sondaggi danno Biden in vantaggio di 10 punti.
Questi tre Stati (insieme agli altri stimati solidamente democratici) darebbero i numeri a Biden per la presidenza.
Ci sono poi molti Stati (Georgia, Arizona, Ohio, North Carolina, perfino il Texas) che, una volta solidamente repubblicani, sono considerati ormai competitivi. Una vittoria in uno o più di questi Stati, garantirebbe la presidenza.
Come si vede, il vantaggio di Biden è maggiore di quello di cui godeva la Clinton e servirebbe un errore dei sondaggi circa doppio di quanto fu nel 2016, o uno spostamento negli ultimi giorni di una quota consistente dell’elettorato, per dare la vittoria a Trump.
Riguardo a questo punto, un aspetto che qualche volta viene dimenticato è che nel 2016 i sondaggi davano la Clinton in vantaggio 45-41, con un 14% di indecisi oppure orientati a votare un terzo partito: molti degli indecisi all’ultimo si riversarono su Trump.
Oggi i sondaggi indicano Biden al 52% e Trump al 43%: gli indecisi o i votanti orientati verso un terzo candidato sono sì e no il 5%. Trump dovrebbe non solo convincere tutti gli indecisi ma anche convincere elettori democratici, oppure portare a votare moltissime persone normalmente non votanti. Non c'è nessun sintomo che questo stia avvenendo.
L’ultimo grande dubbio non riguarda il voto, ma le eventuali contestazioni successive. È possibile che Trump possa ritrovarsi in una situazione di svantaggio abbastanza piccola da poter gridare al broglio ed a elezioni falsate, portare il voto alla Corte Suprema e vedersi recapitare una vittoria “giudiziaria”?
Questa grande paura è legata soprattutto alla Pennsylvania, dove il voto per posta dei democratici sembra molto alto e potrebbe portare ad un piccolo vantaggio repubblicano (i cui elettori di solito votano di persona) il giorno delle elezioni, che poi si ribalterebbe nei giorni seguenti permettendo a Trump, appunto, di gridare al broglio.
Certo se questo scenario si verificasse osserveremmo in diretta la solidità o meno della democrazia americana.
Andrea La Malfa
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