Ormai tutta l'attenzione della politica è concentrata sulla scadenza del Quirinale. Il Commento Politico ha scritto già da molti mesi quale sarebbe la soluzione migliore per il Paese. I nostri lettori conoscono la nostra opinione che non è cambiata. Abbiamo però notato, con piacere, che un tema è oggi condiviso da molti e che si va diffondendo la convinzione che la principiale priorità è assicurare la continuità di un governo che sta affrontando efficacemente i problemi del Paese.
Aggiungiamo soltanto, alla luce di quello che si è letto in queste settimane circa le possibili soluzioni per il Quirinale, che bisogna fare in modo che l'elezione del Presidente della Repubblica contribuisca a ridurre gli elementi di divisione o di frattura che circolano nella nostra vita politica. Sarebbe negativo se invece dovesse alimentarli. Questo non implica necessariamente che il Presidente sia eletto con una schiacciante maggioranza. Implica però che la sua candidatura e la sua elezione non sia percepita come l'umiliazione di una parte politica o addirittura del Parlamento in quanto tale. In un momento difficile come quello che l'Italia sta attraversando, questa ci sembra un'esigenza fondamentale. Da questo punto di vista anche coloro che desiderano questa carica dovrebbero fare uno sforzo di obiettività e domandarsi se la loro elezione risponderebbe a questa esigenza.
Il Commento Politico segnala un articolo di Giorgio La Malfa sui venti anni dell'euro e augura ai suoi lettori un anno più felice di quelli appena trascorsi.
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