C'è un'iniziativa urgente che a nostro avviso dovrebbe prendere il governo Draghi.
L’Art. 32 della Costituzione stabilisce che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività.” In questi mesi la pandemia ha dimostrato che l’attribuzione alle Regioni delle competenze in campo sanitario comporta la violazione di questo articolo della Costituzione perché non garantisce in egual modo a tutti i cittadini la tutela della salute. La conclusione cui è giunto da tempo Il Commento Politico - e che stamane viene ribadita con forza da Enrico Cisnetto nella sua nota settimanale - è che una riforma dell’ordinamento regionale e locale è indispensabile e urgente. Fra le questioni aperte vi sono infatti sia quella di un eventuale accorpamento delle regioni fra loro - essendo assurdo che esistano grandi regioni con milioni abitanti e regioni piccole con abitanti inferiori a un quartiere di Roma o di Milano – sia l’eventuale accorpamento delle migliaia di comuni che sono sotto i mille abitanti.
In sostanza bisogna rimettere mano all’ordinamento delle autonomie locali, ma non si può farlo con un singolo intervento, al di fuori di un riesame complessivo.
Per affrontare un problema che è di vaste dimensioni ma cionondimeno urgente, non si può cominciare da un disegno di legge del governo inviato al Parlamento e lì esaminato e discusso. Ci vuole un lavoro di preparazione accurato che indentifichi, prima della stesura di un testo legislativo, i problemi e dia loro una soluzione organica.
A nostro avviso converrebbe seguire la strada di istituire una Commissione composta dai maggiori esperti della materia, a cui affidare il compito di fissare le linee generali di un progetto di riforma. Le conclusioni della Commissione potrebbero essere portate all’attenzione del Parlamento e del governo in modo da costituire la base per un apposito disegno di legge.
Questa è la proposta del Commento Politico. La decisione andrebbe presa subito, sia per portare a compimento la riforma entro la fine della legislatura, sia perché il Paese sta attraversando una fase - che potrebbe non ripetersi - di larga convergenza politica tra i partiti.
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