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Una sessione parlamentare per il Recovery

Due giorni fa Il Commento Politico ha auspicato che la discussione parlamentare sul Bilancio e le proposte relative al Piano italiano per l’impiego delle risorse del Next Generation Eu restassero separati. E che il progetto italiano fosse oggetto di una specifica e approfondita sessione parlamentare. Apprendiamo con soddisfazione che questa impostazione si sta facendo strada nella riflessione del governo.

Ieri, infatti, il ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, si è così espresso alla Camera durante il question time sul Recovery Fund: “La Commissione europea, nelle linee guida del 17 settembre 2020, ha richiesto l’identificazione di una autorità di gestione nazionale, che funga da punto di interlocuzione unico e costante con la task force europea per la ripresa e la resilienza e che, quindi, sia dotata, come tale, di adeguato profilo politico e delle necessarie professionalità amministrative. La complessità attuativa dei piani nazionali … rendono indispensabile, come recitano le linee guida europee, un meccanismo non ordinario di attuazione e gestione dei progetti… Come sapete… è in corso l’elaborazione di una proposta di legge del Governo che verrà presentata al Parlamento su come organizzare una struttura incaricata, in base agli obiettivi stabiliti dal Governo e dal Parlamento, di una governance attuativa ed esecutiva del piano. Tale riflessione e proposta tiene conto delle indicazioni proprio contenute nella risoluzione di maggioranza, approvata dal Parlamento lo scorso ottobre. Su quale sia il modello di esecuzione e il soggetto attuatore, sul quale si deciderà di convergere, verrà data piena, ovviamente trasparente, informazione al Parlamento, con proposte che saranno discusse in quest’Aula”.

Come è evidente, il governo ha quindi abbandonato la precedente impostazione, concretizzatasi in un articolo al disegno di legge di Bilancio, di trattare un tema così articolato e complesso in una sede, come la legge di Bilancio appunto, che certamente non consentirebbe l’approfondito dibattito che una questione di questa rilevanza merita e pretende.

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